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      Troppe sarebbero le interrogazioni e le objezioni che una processura odierna gli vorrebbe fare, ma noi dobbiamo tenerci alle sue risposte.
      Da tredici anni dunque era terziario francescano, vestitone l'abito davanti l'altare di san Francesco in Chiari. Più d'una volta fu in casa di Martino del Prete di Vico (Ponte Vico?); il quale stando presso il fuoco, gli disse che in un libro avea trovato che la prima grazia ed il primo sacramento fatto da Dio fu ed è il pane; e questo è superiore ai sacramenti tutti. Allestita la cena, prese un pane, se lo pose sulle ginocchia, poi ne staccò tre bocconi, e ne diede uno ad esso rivelante, uno a un altro frate Antonio, uno alla moglie sua; ne staccò due altri, e un lo diede alla fante, uno lo prese egli stesso, facendovi prima il segno della santa Croce: essi lo riceveano a ginocchio, poi tutti bevvero. Tra il cenare, Martino cominciò a dire che gli ecclesiastici di fuori sono Dei, dentro son lupi rapaci: e narrò come egli e un frate Jacobo Bech di Chiari avessero concertato di far quivi una cappella per le preghiere e discipline loro: e in fatti questo Jacobo stette con Martino tutto l'inverno facendo penitenza, e camminando scalzo nella neve. Altra volta invitò questo frate Antonio a far vita seco, e che dovean adorare il demonio (draconem), ch'è più forte d'ogni cosa, combatte contro Dio e padroneggia il mondo. E cenando, Martino tenevasi accanto un gatto (murelegium) grosso come un agnello, e gli dava mangiare, e diceva che era il miglior suo amico in questo mondo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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