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      Esso Martino gli diede la facoltà di ascoltare le confessioni, quanto qualsiasi sacerdote, e gliela rinnovava d'anno in anno.
      Lo condussero poi al luogo delle Macchie due uomini, che gli toccarono il dito auricolare come sogliono i Valdesi, (le donne invece toccano due dita) e il menarono in una casa ov'erano diverse persone, e una gli pose in mano un pane di frumento ch'esso benedisse e distribuì ai presenti, che lo baciarono, poi mangiarono; indi una vecchia mescè da bere a tutti.
      In Avigliana molti conobbe, e vi predicò un lavoratore di pelli di pecora (pergamenos), dicendo che la grazia del pane è superiore a ogni grazia, al battesimo, alla fede cattolica: mangiarono il pane, bevettero, poi spensero i lumi dicendo: «Ognuno faccia quello per cui è qui: chi avrà tenga».
      A Focardo assistette a una sinagoga, ove si disse che Dio non è nell'eucaristia, ma sta in cielo; che la Chiesa romana è casa di menzogna, riprovata da Dio; che nè papa, nè sacerdote può assolvere se non sia della loro setta; che due sole vie ci ha, paradiso e inferno, e non il purgatorio, e che non91 si devono fare esequie pei morti. Non essere peccato il dare a interesse dieci fiorini per undici o dodici; che nessun sacramento ha efficacia, salvo il battesimo; gli altri furono inventati per avidità de' preti. I santi non devono venerarsi nè accendervi candele, giacchè Dio solo può giovare. Frate Antonio promise a quel Martino del Prete di credere tuttociò, e d'adorare per Iddio il dragone che combatte con Dio e cogli angeli, ed è più forte.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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