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      A Susa fu due volte nella sinagoga, con osti, panattieri, calzolaj, sartori, fabbricanti di candele di sego, e donne merciaje, fruttivendole, ostiere.
      Ben venticinque volte in un anno assistette alle adunanze in Andezzeno, e vi facea da portinaio, e quando la gente del paese erano iti a dormire, si accoglievano a mangiare e bere, poi spegnevano i lumi e «chi abbia tenga», e vi stavano fino a giorno. Bilia la Castagna dava a tutti una bevanda di brutta apparenza, e chi n'avesse bevuta di molto gonfiava: e se ne prendeva un centellino al principio dell'adunanza, ed era di tale efficacia, che, chi una volta n'avesse gustato, non potea più lasciar quella congrega: e correa fama che ella tenesse un grosso rospo sotto il letto, cui nutriva di carne, pane e cacio, per far questa bibita collo sterco di esso, mescolandovi capelli bruciati: e la facea nella notte avanti l'epifania, e la comunicava il primo di marzo. Altre donne sapean fare quell'ampolla. Da trenta persone, oltre le donne, s'accoglievano, ch'egli nomina, e a capo loro Lorenzo di Ormea, nelle cui mani esso rinnegò specialmente l'incarnazione di Cristo, la passione, risurrezione, ascensione, non potendo darsi che Iddio si umiliasse a tal segno: i sacramenti non giovare nulla alla salute. Ed esso Lorenzo diceva che Dio padre era creatore del cielo, ma della terra fu il dragone, signore di questo mondo, ov'è più potente di Dio.
      Frate Antonio avea data la consolazione a moribondi della loro setta, fra cui Alassona la Lauriana di Andezzeno.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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