Il mirabile è l'esattezza con cui frate Antonio nomina non solo, ma descrive le varie persone de' varj luoghi, e così di Coazze, di Piossasco, di Pinerolo, ove l'adunanza teneasi in casa d'una beghina Coleta, e il pane era distribuito da Pietro di Belmonte di Pragelato. Tutto ciò diceva d'aver confessato appena gli fu minacciata la tortura, e d'averlo poi spontaneamente riconfermato, benchè i suoi settarj gli larghegiassero92 promesse onde negasse; e lo sostenne anche sotto nuova tortura, consistente nel metterlo supino, e sederglisi sul petto. Ma condotto davanti al principe del paese, cioè del Delfinato, professò che quanto avea detto era stato per le minaccie dell'inquisitore. Poi tornò a confessar tutto, dicendo lo avea negato per istigazione del carceriere e d'un foriero, che diceangli sarebbe stato condannato a morte se confessava.
Simili cose di eresia e valdesia depose di Feruzasco (?), di Castagnole, di Scalenghe, di Pianezza, di Alpignano: e in Germagnano della Val di Lanzo, in Avigliana, in Paglirino (Paglieres?), in Villar Almese, in Bubiana (Bobbio Pellice?), Porte, Caburro (Cavour), Campiglione93.
Fu poi, davanti all'arcivescovo di Torino e all'inquisitore Antonio di Setto di Savigliano, esaminato Giacomo Bech di Chieri; il quale dice essere secolare e ammogliato, non tenere veruna eresia, benchè abbia praticato con Martin del Prete e altri che poi intese colpevoli; nega aver fatto intelligenze con esso Martino, e da dieci anni non averne saputo più nulla. Interrogato su altre particolarità, or afferma or nega.
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