Poi da esso Patrizio fu mandato in Schiavonia onde perfezionarsi in questa dottrina in un luogo che dicesi Boxena (Bosnia?), sottoposto a un signore che chiamasi Albano di Boxena, dipendente dal re di Rascia: e colà andarono molt'altri Chieresi ch'e' nomina.
Oltre questa setta, nel Delfinato conobbe di quelli che chiamansi Poveri di Lione, e credette quel ch'essi.
Aggiungeva che, quando essi eretici di Chieri vedono alcuno de' loro maestri, e siano in luogo appartato, genuflettono dicendo: «Benedite, perdonate a noi bon christian», e il maestro risponde «Vi perdono»: ma se siano in pubblico, fan solo riverenza col capo. Anche costui declinò una lunga lista di eretici. In che consista il consolamento degl'infermi non sa, bensì che, prima di darlo, si fanno promettere dal malato, se campi, di non mentire mai, non mangiare che cibi quaresimali, non toccare mai persona d'altro sesso, morire piuttosto chè negare la fede, portare guanti per non toccare nessuno nè essere toccati. Dopo ricevuta la consolazione, il maestro gli domanda: «Vuoi essere martire o confessore?» Se dice martire mettongli l'origliere sopra la bocca, e vel tengono buona pezza mentre recitano certe preghiere, e se rimane soffocato lo dichiarano martire; se campa, chiamasi perfetto, ed ha autorità di dare ad altri la consolazione.
Se poi dica volere essere confessore, dura tre giorni dopo la consolazione senza cibo o bevanda, e osserva le predette regole, ed ha la stessa autorità: e viva o muoja, lascia tutti i suoi beni a quel che gli diede il consolamento.
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