Onorio III diede poi ai Domenicani un'esistenza canonica, istituendo il maestro del sacro palazzo, gran dignitario della Corte, mentre č il ministro della giustizia papale per l'universo, da cui vengono a dipendere tutti quelli istituiti in ciascuna diocesi, in quanto non vi si oppongano gli anteriori diritti de' singoli vescovi. E la giustizia e l'istruzione erano gli attributi de' Domenicani che non doveano tanto tirar nella chiesa neofiti, come poi i Gesuiti, quanto conservare chi v'era. Essi diedero alla predicazione una forma pių animata e dotta; tolsero al clero secolare il privilegio dell'alto insegnamento e la direzione delle coscienze; rappresentavano la regola stretta, il formalismo della lettera, la rigida repressione. I Francescani invece tendeano al misticismo, alla libera interpretazione del testo sacro, a dirigere gli spiriti verso l'ideale, fuor delle forme prestabilite.
Non sono dunque pių i monaci ascetici, stiliti, anacoreti dell'Asia e dell'Africa; non gli studiosi e faticanti di san Benedetto o di san Bernardo; ma poveri mendicanti, viepių potenti sul popolo, il quale venera un'indipendenza acquistata con sacrifizj volontarj: onde li consultava, divideva con essi il pane, dalla Providenza compartito; e in quegli atti di astinenza e di abnegazione riconoscea l'amore, e nell'amore la virtų. Diffusi pel mondo, nella reggia come nella capanna, senza domicilio fisso, seminando dietro di sč la parola che salva, alle eresie oppongono la predica, l'associazione; inoltre l'esempio del massimo disinteresse e della maggior costumatezza.
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