Il primo nè scema nè progredisce; il secondo varia col tempo e cogli uomini. Quello è oggi qual fu al tempo di Cristo e degli apostoli, coi quali fu compito e suggellato; l'altro si modifica e si modificherà sotto l'azione permanente dello Spirito Santo, e per cagioni diverse. In quello il semplice credente e il più profondo teologo sono eguali; per l'altro differiscono grandemente. Questo sviluppo scientifico ebbe due periodi ben distinti eppur connessi: quello dei Santi Padri e quello degli scolastici.
Il medioevo avrebbe potuto produr teologi sì grandi come i primi secoli? era assai tener viva la face della civiltà e delle credenze fra il turbine della barbarie. I teologi studiavano nella Scrittura e ne' Padri, con poca invenzione e poca filosofia, contentandosi di compilare o copiare. Pur v'ebbe taluni che tentarono qualche sistema; poi nel xi secolo ricompajono i grandi teologi. Tal fu Lanfranco di Pavia (1005-89), divenuto abate di Bec in Normandia, poi arcivescovo di Cantorbery, che, dagli affari pubblici non distolto, risuscitò l'arte critica, applicandola ai testi che l'eretico Berengario aveva falsati per negare la presenza reale nell'eucaristia; riprovando la sottigliezza dei tropi e dei sillogismi e l'inane fallacia della dialettica di Aristotele, chiama sapiente chi conosce e glorifica Dio, e pienezza della dottrina l'intenderne il mistero e la sapienza.
Discepolo suo e successore, Anselmo d'Aosta (1033-1109), con dolce calma e fermezza, intelletto elevato, cuor puro, carattere amabile, per sagacia e pietà fu chiamato un secondo Agostino, e sulle traccie di questo diede dimostrazioni ancora venerate sopra l'essenza divina, la trinità, l'incarnazione, la creazione, l'accordo del libero arbitrio colla Grazia.
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