Nel resto della Toscana troviam pure nominati fra gli eretici Guido da Cacciaconte di Cascia in Valdarno; il prete del Ponte a Nieve, Migliore da Prato, uno di Poggibonzi, due donne di Poppi, Andrea di Fede, una Meliorata con suo padre Albese, un'altra fiorentina. Gherardo, dottore e cavaliere di Firenze, fu scoperto eretico solo allorchè, morendo, non volle attorno a sè che Patarini.
A Firenze, come negli altri Comuni, v'erano statuti de hæreticis diffidandis et baniendis; omnes hæreticos cujuscumque hæresis diffidare et exhaurire debeant rectores civitatis, etc. La prima e la seconda domenica dell'avvento, il vescovo, celebrando in Santa Reparata, solea richiedere i rettori della città che perseguitassero e sbandissero gli eretici. E vescovo dal 1205 al 1230 vi fu Giovanni da Velletri, il quale, vedendo propagarsi l'eresia, pensò ripararvi seriamente, e fece catturare alcuni che si tenevano celati. Costoro vescovo era Filippo Paternon, che avea fatto di molti proseliti. Gregorio IX papa, nel 1227, ordinò a frà Giovanni da Salerno, compagno di san Domenico e priore di Santa Maria Novella, che procurasse l'arresto del Paternon: il quale côlto, abjurò i suoi errori, ma ben presto tornò ai conciliaboli, e la potenza de' suoi settarj lo assicurava d'impunità. Quando la prudenza il consigliò a mutar paese, gli furono surrogati nel ministerio Torsello, indi Brunetto, infine Jacopo da Montefiascone, che, con un Marchisiano e con un Farnese, da prima gli servivano di ministri. Farnese predicava cogli occhi chiusi come chi dorme, ed asseriva che egli e i compagni suoi talvolta in abiti preziosissimi assistevano alla maestà divina.
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