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      I frati Minori restarono dunque avversissimi alla facoltà teologica di Parigi e al papa, che in un capitolo tenuto a Perugia il 1322 dichiararono eretico. Frà Michelino contro il papa scrisse libercoli, e commentò beffardamente le bolle di esso in un libro, che poi, per divulgarlo, compendiò ad istanza di Lodovico il Bavaro, dove sosteneva potersi, anche senza decisione del Concilio, dichiarare il papa scaduto ed eretico. Fu egli scomunicato da' suoi frati e dal papa: ma colla protezione imperiale, alcuni suoi seguaci erano penetrati in Firenze, e vi teneano segrete adunanze notturne: onde si fece uno statuto contro quella «pessima generazione che volea condire la falsa dottrina col mele di nomi in apparenza favorevoli e religiosi, per ingannare meglio i semplici»142.
      Il famoso pittore Giotto scrisse contro di loro una canzone, che comincia,
     
      Molti son già che lodan povertade;
     
      Guido Cavalcanti, filosofo e poeta, amico di Dante, ne toccò in una canzone, dicendo:
     
      O povertà, come tu sei un mantoD'ira, d'invidia e di cosa diversa!
     
      e Antonio Pucci, in due sonetti ne punse l'ipocrisia:
     
      Vera cosa è che non toccan denari,
      E 'nsaccherebber con le cinque dita.
      Non mangian carneSopra il taglier, perchè non sia veduta,
      Se fosse in torta o in tondo battuta,
      Sicuramente allor posson mangiarne;
     
      e il beato Giovanni da Catignano scriveva a Guido di Neri fiorentino: «Altro non dico ora se non che ti guardi da questi membri d'anticristo, cioè questi Fraticelli eretici, i quali già molta gente hanno ingannata e ingannano tuttodì».


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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