Essi ricovrarono in un'isola dell'Arcipelago e in Grecia e in Sicilia, cantando un inno che cominciava: Godi o Chiesa meretrice, aggregando a sè chiunque tra i Francescani voleva mettersi a regola più austera; cari al vulgo per l'aspetto di maggior perfezione, e avendo per generale il mistico Ubertino da Casale, sotto cui si tenne un capitolo generale a Genova nel 1310.
Gerardo Segarella, frate Minore di Parma, dedito alla contemplazione, e fissando un quadro ov'erano rappresentati gli apostoli avvolti in mantelli, cogli zoccoli e la barba, credette doverli imitare in quel vestimento, e fin nel circoncidersi; faceasi fasciare come un bambino, e adagiare in un presepio al modo di Cristo; dichiarava tutto dover essere comune, anche le mogli; l'uomo non poter possedere nulla in proprio, non far da magistrato; e che le anime salvate non godono la beatifica visione di Dio prima del giudizio universale. Formò seguaci che si dissero Apostolici; vendette quanto possedeva, e dalla ringhiera di Parma gittò il denaro a una ciurmaglia che giocava; ed iva predicando, da chi creduto santo, da chi sentina di vizj. Opisone vescovo il fe cogliere (1280) e tener in prigione cortese nel vescovado, dove impazzito o fintosi, divenne ludibrio del servidorame, poi sbandito, e al fine richiamato e processato da frà Manfredi, fu arso il 18 luglio 1300.
Ermanno Pungilupo ferrarese, condannato più volte dagli inquisitori, si ritrattò, e fu sepolto ecclesiasticamente, ma dopo trentun anno levato di terra sacra, e dispersene le ossa, per ordine di Bonifazio VIII.
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