Io credo in Dio padre onnipotente,
E tre persone in un essere solo,
E che fe l'universo dal nïente,
E credo in Gesù Cristo suo figliuoloE nato di Maria e crocifisso.
Morto e sepolto con tormento e duolo.
I frati gli soggiunsero non bastava il credere; doversi anche ricevere i sacramenti: ed egli replicava voler aspettare frà Giovanni d'Alvernia. Or questi era ben lontano da Collazzone, e nulla sapeva: ond'essi viepiù stimolavano frà Jacopone. Il quale allora disse un cantico, di cui produciamo qualche cosa:
Anima benedettaDall'alto Creatore,
Risguarda il tuo SignoreChe confitto ti aspetta.
Risguarda i piè foratiConfitti d'un chiavello,
Sì forte tormentatiDi così gran flagello!
Pensa ch'egli era belloSovr'ogni creatura,
E la sua carne puraEra più che perfetta.
Vedil tutto piagosoPer te in sul duro legno
Pagando il tuo peccato!
Morì il Signor benignoPer menarti al suo regno
Volse esser crocifissoAnima, guardal fisso
Ed in lui ti diletta.
Allora pure compose un delizioso cantico alla Vergine:
Maria Vergine bellaScala che ascendi e guidi all'alto cielo,
Da me leva quel veloChe fa sì cieca l'alma tapinella.
Vergine sacra, del tuo Padre sposa,
Di Dio sei madre e figlia.
O casa piccolina, in cui si posaColui che il Ciel non piglia,
Or m'ajuta e consigliaContro i mondani ascosi e molti lacci.
Pregoti che ti spacciNanzi ch'io muoja, o verginetta bella.
Donami fede, speme e caritate,
Notizia di me stesso.
Fammi ch'io pianga ed abbia in Dio pietateDel peccato commesso.
Stammi ognora da pressoCh'io più non caschi nel profondo e basso.
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