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      I cronisti non rifinano di stupire dell'immensa folla, accorrente a Roma per quell'indulgenza, tanto che nuove porte dovettero aprirsi nelle mura: parve miracolo che, fra genti così diverse, nessun disordine nascesse, e che si potesse provederle di vitto e di ricoveri. Se i calcolatori meravigliarono al vedere, nella basilica di san Paolo, cherici che notte e giorno co' rastelli raccoglievano i gittati denari, bisogna non tacere che ducentomila pellegrini ciascun giorno aveano cibo dalla providenza del pontefice, il quale pure sfoggiava tutta la pompa delle cattoliche feste, e invitava Giotto, Oderisi di Gubio ed altri nuovi pittori ad abbellire la sua basilica di pitture, mentre vi s'ispiravano Dante e Giovan Villani.
      Quanto più la supremazia papale era impugnata, Bonifazio più fortemente la asseriva, come si può vedere sia in quel vi delle Decretali, sia nella Bolla con cui riconobbe imperatore di Germania Alberto d'Austria, sia nell'altra tanto rinfacciatagli Clericis laicos (1296), dove, lagnandosi che i principi invadessero i beni ecclesiastici, scomunicò qualunque ecclesiastico pagasse, qualunque laico ne esigesse tributi, prestito, donativo senza licenza della Santa Sede: dottrina affatto conforme al diritto canonico, allora generalmente accettato, e più specialmente al canone 44 del concilio iv Lateranense157.
      Ora Filippo il Bello, volendo dal lato suo attestare la indipendenza regia, tassava gli ecclesiastici, gl'imprigionava, e dal suo clero fece dichiarare quelle che poi intitolaronsi libertà gallicane, cioè l'obbligo di quella chiesa di obbedire interamente al re, senza che il papa potesse mettervi impedimenti158.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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