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      In Toscana aveano numerose case, ed è vero che il papa nel 1307 scriveva agli arcivescovi di Pisa, Ravenna ed altri che assumessero informazioni sui Templari, ma non che s'adunasse per ciò un concilio a Pisa, come asserì il Tronci, dal 20 settembre al 23 ottobre 1308. Il processo contro i Templari di Lombardia e Toscana fu fatto in Firenze e in Lucca da frà Giovanni arcivescovo di Pisa, Antonio vescovo di Firenze, Pietro de' Giudici di Roma canonico di Verona, i quali nel 1312 ne diedero al papa un ragguaglio, che conservasi nella Vaticana, legalizzato da nodaro e testimonj160. Il papa avea trasmesso cenventiquattro e più articoli, sui quali esaminarli: e gl'inquisiti erano cinque a Firenze, uno a Lucca. Furono esaminati senza le torture consuete in Francia, non perchè i tribunali ecclesiastici non le usassero, che anzi in quel processo parlasi delle deposizioni di sette altri fratelli di minor conto, le quali non pareano attendibili, licet, debito modo servato, eosdem exposuerimus coactionibus et tormentis. Inoltre gli accusati non doveano temere, confessando, di andare al rogo siccome in Francia, atteso che qui li giudicava un tribunale ecclesiastico, le cui pene erano il pentimento e la ritrattazione. Ciò cresce credito alla loro deposizione, che giurano aver fatta non odio vel amore, parte, pretio vel timore, sed pro veritate tantum.
      Delle accuse alcune ammettonsi generalmente; altre solo da alcuni, o per casi e persone speciali, o soltanto come d'udita, o come d'uso di là dal mare; sopratutto convengono quanto alla gelosissima secretezza dei capitoli e alla bestemmia miscredente.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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