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      E se così profondamente coprivano il loro odio contro Roma, perchè poi volta a volta lo rivelavano con aperte invettive? Sta bene che Dante chiami i sani intelletti a mirar la dottrina che asconde sotto il velame de' suoi versi; ma perchè dare fumo di queste allusioni se doveano restare arcane? E se non osava proclamare il vero, come vantavasi poi d'avere voce che «percoteva le più alte cime», e d'essere «non timido amico del vero», e di sperare per ciò di conservare fama presso coloro che il tempo suo chiamerebbero antico? Non meriterebbe invece di stare o coi pigri «a Dio spiacenti ed ai nemici sui»174 o cogli ipocriti che stanno «nella Chiesa coi santi, ed in taverna coi ghiottoni?»175.
      Il signor Aroux ampliò il tema, supponendo di quell'eresia intaccata tutta la cavalleria d'allora, e specialmente coloro che sopravvissero dei Templari, i quali, attraverso ai secoli, giunsero ad istituire ai dì nostri una nuova categoria di franchimuratori. Dalle fonti più varie l'Aroux trae argomenti per sostenere che Dante volesse mostrare la supremazia papale essere il regno visibile di Satana, in quella che è commedia del cattolicismo. Per esempio, quando Dante dice che si dee, per salvarsi, seguire il pastore della Chiesa, intendeva il capo di quell'arcana religione, di cui era non solo adepto, ma apostolo176. Era cioè dell'Ordine dei Templari, e volea vendicare sui papi la crociata contro gli Albigesi e la distruzione del Tempio. Ove si noti che i Templari aveano ricevuto la regola loro da san Bernardo177, e Dante li nomina o accenna allora soltanto quando bestemmia Filippo il Bello d'avere cacciato le mani avide nel Tempio senza decreto178.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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