E tutta l'esposizione, come tutta l'Acerba, è un esaltamento delle varie guise di magia.
Eppure Guglielmo Libri, grand'encomiatore di chiunque fu censurato dalla Chiesa e viceversa, osa vantar quel poema come una vera enciclopedia, e che «l'autore fu uomo dotto non solo, ma di elevati sensi, e sarebbe omai tempo che gl'Italiani cominciassero a venerar la sua memoria, vittima non della sola inquisizione»186. Eppure basta scorrer l'opera di Cecco per convincersi come a torto e' gli dia merito di molte verità, le quali esso o accenna confusamente o confuta. Tra quest'ultime è, che la terra sia sostenuta da due forze, una che la tira, una che la respinge, e che noi ora chiamiamo centripeta e centrifuga; ma Cecco riprova altamente alcuni ascolitani e fiorentini che ciò sostenevano, e che probabilmente erano Guido Cavalcanti e Dino del Garbo famoso medico, i quali esso bersaglia. E se veramente Cecco fu medico, il merito principale di quest'arte riponeva nel conoscere, per via delle stelle, quali infermità sieno mortali, e quali no: altro motivo per cui esso Dino gli si palesò avversissimo.
E contro Dante si svelenisce più volte Cecco, asserendo che andò all'inferno e più non risalì, anzi rimase nel basso centro, ove il condusse la sua fede poca; e confutandone le dottrine più rette intorno al libero arbitrio dell'uomo, e accusandolo d'aver amato con desio una donna, e lodato le virtù di un sesso, del quale egli non rifina di dir ogni male, non eccettuando nessuna. Di rimpatto, esso pretende innovar lo scibile, e per esso la vita umana nell'attuazione intellettuale, morale, religiosa, professando il materialismo e il comunismo; l'astrologia, le scienze occulte, con mille superstizioni e fanciullaggini; insegnando, anzi esortando agli incantesimi; inveendo contro chi non gli ammette187.
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