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      Le magie e i sortilegi non erano spettanza dell'Inquisizione, siccome leggemmo nella Maestrazza, se già manifestamente non tenessero alcuna resia188.
      Tale appunto era il caso di Cecco. Giovanni Villani narra189 che, nel trattato sopra la Sfera, avea messo che per incantamenti sotto certe costellazioni possono costringersi gli spiriti maligni a far cose meravigliose; che l'influenze delle stelle portano necessità, ed altre cose contro la fede. L'inquisitore lo riprovò, e gli fe giurare di non adoprar più questo libro, ma esso l'usò di nuovo a Firenze, onde fu preso dal cancelliere del duca d'Atene, allora dominante.
      E un libretto contemporaneo, conservato in più biblioteche, particolareggia come frà Lamberto da Cingoli, inquisitore in Bologna, a' 16 dicembre 1324 lo condannò perchè avesse scompostamente parlato della fede, e obbligatolo a una confessione generale e a certe penitenze, gli tolse tutti i suoi libri d'astrologia, e gli proibì di più leggere questa scienza, e privollo dell'onor del dottorato e di qualunque magistrato. Quel processo fu mandato a frate Acursio fiorentino de' Minori Osservanti, a 17 luglio 1327, il quale citatolo, lo pronunciò eretico, e lo rimise al braccio secolare, onde il dì medesimo fu fatto bruciare. Della sentenza ecco le parti principali:
     
      Precedente la fama pubblica sparsa da molte persone degne di fede, ci venne all'orecchio che maestro Cecco, figliuolo dell'illustrissimo Simone Stabili da Ascoli, andava spargendo per la città di Firenze molte eresie; e quello ch'è cosa più brutta, dava a leggere per le scuole pubbliche un certo suo eretico libretto, fatto da lui sopra la sfera celeste, contro al giuramento altre volte da lui dato.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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