Ned altro testimonio ne voglio che il concilio Lateranense III, il quale, avvisando i prelati quanto disdica il camminare con treno sì numeroso, e il consumare in un pranzo l'intera annata della Chiesa che visitano, impone ai cardinali s'accontentino di quaranta o cinquanta vetture, gli arcivescovi di trenta o quaranta, i vescovi di venticinque, gli arcidiaconi di cinque o sette, di due cavalli i decani; tutti poi vadano senza cani da caccia nè uccelli. Per mantenere questo fasto profano accumulavansi fin quaranta o cinquanta benefizj in una sola mano; e vuolsi che Benedetto XII proponesse ai cardinali, se rinunziassero all'averne più d'uno, assegnare loro centomila fiorini d'oro di rendita e metà delle entrate dello Stato pontifizio; e ad essi non parvero abbastanza.
La corruzione scendeva grossolana nel clero minore, dove ignoranza, venalità de' sacramenti, comune l'ubbriachezza, sfacciata la libidine: nelle chiese e ne' conventi si stabilivano bettole e giuochi; le monache uscivano a volontà dai monasteri: trafficavasi di grazie, dispense, perdoni. Degli antichi Ordini religiosi rilassavasi la disciplina, e perfino in quel Monte Cassino, che già allora avea dato ventiquattro papi, ducento cardinali, milleseicento arcivescovi, ottomila vescovi, molti santi, i monaci vestivano sfoggiato, abitavano comodi, riservavansi peculj particolari, anzi riceveano dal convento una prebenda, colla quale vivere in case secolari.
Ai conforti del pio Marco, parroco in Padova, Luigi Barbo tolse a dare a quell'Ordine regole più severe, che presto si estesero a Pavia, Milano e più da lungi.
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