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      Ma un'assemblea di tanta importanza, fino dal principio reluttò ai modi sagaci, con cui gl'Italiani e il papa tentavano dominarla199. Mentre la Chiesa nella sua universalità non distingue popoli, ed estima ciascun uomo pel proprio valore, qui divisero il concilio in camera tedesca, italiana, francese, inglese, spagnuola, le quali deliberassero distintamente; mirando con ciò ad elidere la superiorità degli Italiani.
      Tre papi sedeano allora; Giovanni XXIII, Benedetto XIII, Gregorio XII, e vennero indotti a rinunziare (1417) terminando così uno scisma, che fu la maggiore prova a cui la Chiesa andasse esposta200.
      Bisognava surrogare un pontefice degno. Sigismondo voleva che, prima d'eleggerlo, si riformasse la Chiesa, per timore che il nuovo non fallisse alla promessa; ma gl'Italiani incalzarono perchè prontamente si eleggesse: e la scelta cadde su Ottone Colonna, che nominossi Martino V. Sigismondo aveva preveduto giusto; poichè Martino trovò modo di rinviare d'oggi in domani le chieste riforme, logorando il tempo in divisamenti o in condiscendenze secondarie.
      Il concilio, ancor prima della creazione di Martino V, avea condannato le seguenti proposizioni:
      «È contro la sacra scrittura che persone ecclesiastiche abbiano possessi.
      «I signori temporali possono ad arbitrio togliere i beni temporali alla Chiesa, quando i possessori pecchino abitualmente, non solo attualmente.
      «È contro la regola di Cristo l'arricchire il clero.
      «Silvestro papa e Costantino imperatore errarono coll'impinguare la Chiesa.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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