Anche altri quattro218 faticarono per trarlo al loro pensare, indispettendosi che prendesse sul serio la religione, e citasse Mosè e san Paolo, e conchiusero ch'egli era un uomo dabbene, ma senza cultura. E «se costoro (soggiunge) non temessero i supplizj degli uomini più che quelli di Dio, impugnerebbero non solo la creazione del mondo secondo Timeo, ma la genesi e il dogma di Cristo. Quando paura non li rattiene, combattono direttamente la verità; nelle loro conventicole ridonsi di Cristo, e adorano Aristotele senza capirlo. Disputando, in pubblico protestano di far astrazione dalla fede, cioè di indagare la verità ripudiando la verità, cercar la luce volgendo le spalle al sole. E come non tratterebbero d'illetterati noi, poichè chiamano idiota Gesù?»
Non sentendosi abile a confutarli, il Petrarca esortava Luigi Marsigli agostiniano a farlo, e «ribattere quel can rabbioso d'Averroè, che non cessa d'abbajare contro Cristo e la religione cattolica»219.
Pietro d'Abano (1250-1316) aveva introdotto Averroè nell'Università di Padova, e con esso l'incredulo materialismo, e il considerar tutte le religioni come eguali, supponendole nate sotto certi influssi di stelle220; la qual fantasia dell'oroscopo delle religioni, più tardi vedremo ripigliata da Pomponazio e da Pico della Mirandola. Pietro fu accusato anche d'eresia, ma così vagamente, che alcuni lo imputano di non credere ai demonj, altri di averne alcuni famigliari, che teneva in un'ampolla. Dall'Inquisizione si salvò una volta; presone un'altra, morì mentre gli si faceva il processo; il quale finì col dichiararlo eretico, e ordinare ne fosse dissepolto il cadavere.
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