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      Vero o no che sia il racconto, io citerò di lui su tal soggetto cose che ispirano gravi dubbj, de' quali attendo soluzione dagli infiniti uomini illustri della sua setta».
      E qui, schierate le argomentazioni più speciose contro l'immortalità, conchiude che questo problema, come quello dell'eternità del mondo, da nessuna ragion naturale può essere risolto; onde s'ha da seguire Platone, ove de legibus dice: «Quando molti dubitano d'una cosa, è solo di Dio l'assicurarla». Vuolsi dunque esaminare quello che viene stabilito nella sacra scrittura228; e poichè ivi è asserita l'immortalità, non è lecito dubitarne; repugna essa ai principj naturali, ma il voler adoprare questi sarebbe un oltraggiar la fede229.
      Può darsi più strano modo d'accettare la tradizione religiosa?
      Il Bayle trova cento discolpe al Pomponazio, e ben si comprende, giacchè in lui difendea se stesso. Chi però volesse scusarlo dovrebbe allegare che incertissime dottrine correano sull'anima, quando i Platonici ne ammetteano tre, la vegetativa, la sensitiva, la razionale; e de' Peripatetici alcuni sosteneano l'unicità delle intelligenze, altri la moltiplicità, pur facendole mortali. Il Pomponazio volle scostarsi da tutte le dottrine d'allora; dimostrò che nessuna, e tanto meno quella d'Aristotele, bastava a provare l'immortalità, ma che, neppur negando questa, ne soffrirebbe la morale privata o la pubblica, anzi ne vantaggerebbe.
      Altrettanto egli usa intorno al libero arbitrio. «Se c'è una volontà superiore alla mia, una legge imposta al mondo, come dovrei io rispondere del mio pensiero, de' miei movimenti?


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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