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      Ora, una volontà, un ordine superiore esiste: dunque tutto ciò che si opera non può farsi che secondo una via già tracciata: operi bene o male, non ne ho merito nè colpa». Su questo motivo acconcia mille variazioni, poi conchiude col rifuggire alla fede, e sottomettersi alle decisioni della Chiesa.
      Poich'ebbe così tolto a dimostrare che la teologia dovea lasciar libera la parola alla filosofia, procedette avanti, sino a pretendere che la Chiesa non dovesse impacciar più gli ardimenti della filosofia, giacchè il dominio di essa, per evidenti segni, volgeva al declino. Nel trattato delle Incantagioni professa tenersi alla natura qualvolta le argomentazioni bastano a dar ragione di fenomeni, per quanto straordinarj, ma nega assolutamente il miracolo; non darsi alcun fatto nella storia sacra o nella profana che esca dal naturale; se eccettua i fatti scritturali è mera precauzione oratoria; secondo lui, ogni cosa è concatenata in natura; di guisa che i rivolgimenti degli imperi e delle religioni dipendono da quelli degli astri; i taumaturghi sono fisici squisiti, che prevedono i portenti naturali e le occulte rispondenze del cielo colla terra, e profittano della sospensione delle leggi fisiche ordinarie per fondare nuove credenze; cessata l'influenza, cessano i prodigi: le religioni decadono, e non lascerebbero che l'incredulità, se nuove costellazioni non conducessero prodigi e taumaturghi nuovi; le stelle, le costellazioni, le intelligenze celesti determinano l'applicazione anche straordinaria di leggi fisse: per essi nascono le religioni e muojono, via via che l'umanità si perfeziona, tutte avendo un'origine, una stasi, una decadenza, neppur eccettuandone la cristiana230.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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