E questo paganizzamento, ancor più che nella scienza, rendeasi appariscente nelle arti belle e nella letteratura, dove al convenzionale tipico surrogavasi la plastica raffinatezza; e l'appassionamento per l'antichità diede a credere non si potesse compiere il risorgimento se non ripristinandola, fino a rimettere in culto le idee che il vangelo aveva dissipate, e rialzare le ruine della Roma pagana sopra gli edifizj della Roma cristiana.
Sugli altari si correva ad ammirare pitturate le amasie de' pittori, e belle di divulgata cortesia nella Vergine della casta dilezione. Alessandro VI fu dipinto dal Pinturicchio in Vaticano sotto forma d'un re magio, prostrato avanti una Madonna ch'era la Giulia Farnese, come il Pordenone fece Alfonso I di Ferrara inginocchiato a una santa Giustina, la quale era Laura Dianti, druda di lui. Tutto gentilesco si mostrò il Ligorio nella villa Pia, eretta per ricreazione de' papi. Il Tiziano per santa Caterina fece il ritratto della regina Cornaro, pompeggiante di dovizie e bellezze. Nell'adorazione de' Magi spesso si ritrassero i Medici, per aver pretesto di porvi in testa quella corona a cui aspiravano. Nel quartiere della badessa di San Paolo a Parma il Correggio eseguì scene più che mondane: nella sacristia di Siena si collocarono le tre Grazie ignude; e ignudi turbavano l'austerità delle tombe principesche, e fin le cappelle pontifizie. A Isotta, amasia poi moglie di Pandolfo Malatesta signore di Rimini, fu su medaglie e sul sepolcro dato il titolo di diva; e Carlo Pinti nell'epitafio la dichiarava «onor e gloria delle concubine». S'un sepolcro in San Daniele a Venezia leggesi: Fata vicit impia; come la divisa di monsignor Paolo Giovio dicea: Fato prudentia minor.
| |
Roma Roma Vergine Pinturicchio Vaticano Madonna Giulia Farnese Pordenone Alfonso I Ferrara Giustina Laura Dianti Ligorio Pia Tiziano Caterina Cornaro Magi Medici San Paolo Parma Correggio Siena Isotta Pandolfo Malatesta Rimini Carlo Pinti San Daniele Venezia Fata Paolo Giovio Fato Alessandro VI
|