Machiavello esprime l'egoismo del principe, come il Contratto Sociale di Rousseau espresse l'egoismo del suddito; entrambi del pari repugnanti alla carità cristiana, e ponendo fondamento alla sistemazione degli Stati non più l'ordine voluto da Dio, ma la volontà dell'uomo; traendo ogni podestà non da Dio ma dall'uomo; riducendo l'attività sociale non a compiere un disegno divino providenziale, ma ad emancipare l'umanità.
Non potevamo trascurare questa eresia politica, che trionfò e durò più delle altre; che, quando assassinava l'italica indipendenza, voleva uccidere anche il diritto e la giustizia: e indebolita l'autorità spirituale, preparava quel despotismo che non insinua la bontà, ma reprime colla forza, usata accortamente sopra la torma de' bipedi, che la loro stupidità condanna all'obbedienza.
Se questa sfacciataggine di politica anticristiana attesta come fossero mutati i tempi e aggravati i pericoli, fu gran sintomo della lamentata trascuraggine il non avere Leone X notato que' libri fra i proibiti, anzi all'autore dato commissione d'un'opera analoga, sul governo da porsi a Firenze; neppure Adriano VI, così onestamente rigoroso, li toccò; Clemente VII diede privilegio al Blado per istampar le opere del Machiavello, nel quale non vedeva se non l'illustre concittadino, perseguitato dalla sua casa, che narrava la storia di Firenze, e la dedicava a lui papa, il quale tenne il Principe per una bizzarria di spirito, una leggerezza come altre del segretario. Nè fino a Clemente VIII veruna condanna officiale gli fu inflitta257. Oggi è, come dicono, riabilitato, e onorato di statue come i pigmei suoi imitatori.
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