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      DISCORSO X
     
      SCANDALI NELLA CHIESA. RIMPROVERI FATTILE E TOLLERATI.
     
     
      Chi non ravvisa in tutto ciò come il mondo civile s'innovasse? Pensieri elevati, bisogni meglio che materiali attestano come vi fosse tutt'altro che torpore e negligenza nella società d'allora; nè supina indifferenza pei diritti e i doveri, quale vorrebbero farci credere coloro, che dalla patria di Hutten e di Goetz von Berlichingen giudicano quella di Ficino e Pico, di Savonarola e Machiavello.
      I re si venivano assodando coll'abbattere la feudalità; e le plebi restringeansi ai troni come ad asilo di ordine e di giustizia, come rimedio alle ineguaglianze oppressive ed offensive; la monarchia, benchè non avesse ancora schiacciato l'aristocrazia e la democrazia, crescea le ingerenze sue fin sulle cose ecclesiastiche: tra i varj governi s'erano stabilite relazioni più intime e frequenti, donde una specie di politica generale. Pertanto scemava il bisogno di domandare agli ecclesiastici regole per gli atti, protezione per gli interessi; il risorto diritto romano facea vagheggiare il coordinato accentramento degli antichi, in luogo delle istituzioni paterne, delle franchigie locali, e della personale indipendenza, introdotte dai Germani. La repressione della feudalità chiamava un maggior numero a partecipare ai diritti universali. Sopravviveva258 però lo spirito delle antiche repubbliche, concitato anzi dal resistere a coloro che le spegnevano; lo slancio cavalleresco non era ammortito dalla fredda ragione: metteasi passione nell'erudizione come nella filosofia, calore e amore nella luce.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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