E l'erudito Bracciolini fa dire da Cincio in un suo dialogo: «Parmi che tanto frà Bernardino da Siena, come altri troppi vadano errati per istudio di brillare più che di giovare; non vôlti a curar le infermità dell'animo delle quali si annunziano medici, quanto a ottenere gli applausi del vulgo, trattano qualche volta recondite e ardue materie, riprendono i vizj in modo che pare gl'insegnino, e per desiderio di piacere trascurano il vero scopo di loro missione, quello di render migliori gli uomini».
Alcuni non mancavano di merito letterario, quali frà Cavalca, il Passavanti, frà Giordano di Rivalta. Come quest'ultimo distinguesse le devozioni dagli abusi, giova mostrarlo a coloro, che in que' tempi e in que' frati non ritrovano che superstizione: «Viene (diceva egli) viene l'uomo, ed andrà a santo Jacopo in pellegrinaggio, ed anzi ch'egli sia là, cadrà in un peccato mortale, e forse in due, e talora in tre, e forse più. Or che pellegrinaggio è questo, o stolti? Che rileva questa andata? Dovete sapere che, chi vuole ricevere le indulgenzie, conviene che ci vada puro, come s'egli andasse a ricevere il corpo di Cristo. Or chi le riceve così puramente? E però le genti ne sono ingannate. Di queste andate e di questi pellegrinaggi io non ne consiglio persona, perch'io ci trovo più danno che pro. Vanno le genti qua e là, e credonsi pigliare Iddio per li piedi: siete ingannati, non è questa la via; meglio è raccoglierti un poco in te medesimo e pensare del Creatore, o piangere i peccati tuoi o la miseria del prossimo, che tutte le andate che tu fai».
| |
Bracciolini Cincio Bernardino Siena Cavalca Passavanti Giordano Rivalta Jacopo Cristo Iddio Creatore
|