Francesco di Paola, istitutore de' Minimi, assunse per divisa la parola charitas; non tacque il vero ai regnanti di Napoli; a Luigi XI di Francia, che mandò a cercarlo nell'ultima sua malattia, annunziò che la vita dei re sta come le altre in man di Dio e a questo si preparasse a renderla. A quella Corte lo chiamavano il buon uomo, titolo che colà rimase a' suoi frati, e ad una qualità di pere, di cui egli aveva portato l'innesto.
Francesca di Busso fu esempio delle matrone romane, massime ne' patimenti per l'invasione di re Ladislao e nella peste; per trent'anni servendo ai malati negli ospedali senza negligere le cure domestiche; infine istituì le Oblate. Caterina da Pallanza, udendo a Milano il beato Alberto da Sarzana predicare la passione di Cristo, a questo dedicò la sua verginità, e altre fanciulle raccolse sul monte di Varese ad ascetica perfezione. Veronica, di poveri parenti milanesi, costretta al lavoro continuo anche dopo entrata agostiniana, la notte imparava da sè a leggere e scrivere, e fu da Dio graziata d'insigni favori. Caterina, figlia d'un Fiesco di Genova vicerè di Napoli, costretta a sposare un Adorno qual pegno di riconciliazione fra le due emule famiglie, dopo dieci anni di paziente martirio, riuscì a convertire il marito; servì i poveri nello spedale, e nelle pesti del 1497 e del 1501; consolata da superne illustrazioni, lasciò opere, che per elevatezza e fervore emulano quelle della sua contemporanea santa Teresa.
Luigia d'Albertone romana, Caterina Mattei di Racconigi, Maddalena Panatieri di Trino, Caterina da Bologna, autrice delle Sette armi spirituali, la carmelitana Giovanna Scopello di Reggio; Serafina, figlia di Guid'Antonio conte d'Urbino, e moglie malarrivata di Alessandro Sforza signore di Pesaro; Eustochia dei signori di Calafato a Messina, fondatrice del Monte delle Vergini; Margherita di Ravenna, provata da Dio con penosissime infermità, fondatrice della confraternita del Buon Gesù; Stefania Quinzani d'Orzinovi, che le città s'invidiavano, e a cui il senato veneto e il duca di Mantova e quel di Milano chiedeano direzione; Margherita di Savoja, vedova del marchese di Monferrato che, offertole da Cristo d'essere provata colla calunnia o la malattia o la persecuzione, tolse di subirle tutte,... sono un piccolo saggio delle donne che infioravano il giardino di Cristo.
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