Adunavansi a brigatelle di venti o trenta, in qualche deliziosa postura; e comunicatisi, consumavano la giornata cantando salmi, o in pii sermoni, o recando in processione la Madonna e il Bambino: e le domeniche, côlti rami d'ulivi, uscivano sui prati e ripeteano laudi che il frate avea composte, adattandovi arie dedicate già alla frivolezza e all'immoralità.
Più si abbondava nelle opere di carità; faceasi venire grano a sollievo della carestia dominante; si eresse un monte di pietà per riparare alle usure; moltiplicaronsi altri atti che attiravano lo scherno de' gaudenti, i quali chiamavano costoro stroppiccioni, piagnoni, frati.
Al Savonarola doleva che la letteratura e le arti avessero preferito le vie di Betsabea a quelle di Betlem; lo studio della natura e dell'antico al sentimento intimo; e si ostentassero nudità fino sugli altari, come ne' versi le divinità e i sensi pagani usurpavano il luogo a Cristo e alla pensierosa severità, quasi volesse farsi rivivere ciò che è defunto, e per sempre. Perocchè le belle arti, rinnovellatesi non a nome dell'idea, ma della pratica e del bello plastico, si erano rivoltate contro il medioevo a nome dell'antichità; prima vagheggiando i prestigi classici, poi dimenticando la sostanza per la veste, e surrogando il gusto all'entusiasmo. Il Savonarola cercò istituire scuole o congregazioni, onde ricondurle nel santuario, dove erano sbocciate; e a quell'anima entusiasta, sotto il bel cielo d'Italia, nella città altrice delle arti, come dovea sorridere il pensiero di rigenerarle, e di ricollocare la bellezza in grembo all'Eterno, dal quale essa deriva!
| |
Madonna Bambino Savonarola Betsabea Betlem Cristo Savonarola Italia Eterno
|