Pagina (327/608)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Molti artisti convertironsi a lui, non già per distruggere e abolire il bello, come fecero i Protestanti, ma per consacrare il pennello, lo scalpello, il bulino a soggetti edificanti.
      Anzi il Savonarola osò per amore un fatto, che troppo fu ripetuto per ira in altri paesi. I giovinetti, ch'egli educava nella pia austerità mandò attorno per la città a farsi dare libri sconci o di sorte, laide immagini, tessuti lascivi, canzoni amatorie, ritratti di bellezze divulgate, e di tutte queste vanità290 il giorno di berlingaccio del 1498 fu fatta una gran catasta in piazza e postovi fuoco a suon di trombe e di canzoni. I savj secondo il secolo ne presero scandalo, e dicevano sarebbonsi potute vendere, e col denaro fare limosina; «come dissero già (riflette il Nardi) i mormoratori del prezioso unguento sparso da quella devota donna sopra i piedi di Cristo; non considerando che i filosofi pagani e gli ordinatori delle polizie, e Platone specialmente, scacciavano tutte quelle cose che oggi sono vietate più severamente dalla cristiana filosofia».
      Del clero massimamente rimproverava frà Girolamo l'indegno vivere, e il non credere che nel sacramento sia Cristo, cioè l'accostarvisi indegnamente. «Fatti in qua, ribalda Chiesa, dice il Signore; io ti avea dato le belle vestimenta, e tu ne hai fatto idolo: i vasi desti alla superbia, i sacramenti alla simonia; nella lussuria sei fatta meretrice sfacciata; tu sei peggio che bestia; tu sei un mostro abbominevole. Una volta ti vergognavi de' tuoi peccati, ma ora non più. Una volta i sacerdoti chiamavano nipoti i loro figliuoli; ora non più nipoti ma figliuoli, figliuoli per tutto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





Protestanti Savonarola Nardi Cristo Platone Girolamo Cristo Chiesa