Ma mi affanna il pensiero che non potrò arrivarvi per i gravi anni che mi ritrovo; e mi strazia l'idea di non poter compiere tanto per la gloria d'Italia, quanto ne sente il mio cuore»313.
Ma quando il vediamo obbligato ad accampare egli stesso sotto al tiro del cannone, comprendiamo di versare in un'età troppo differente da quando una parola di Gregorio VII bastava a trarre i re umiliati, dal cuore della Sassonia, a baciare scalzi il suo piede nel castello di Canossa. E di Giulio non è male che non dicano il Guicciardini, il Budeo, Erasmo, Hutten314 e la turma seguace. Ma chi al pari di lui suntuoso nello spendere? Abbellisce la chiesa de' Santi Apostoli; fabbrica un palazzo presso San Pietro in Vincoli; ingrandisce il Museo, collocandovi capolavori e una stamperia; fa la via Giulia e la via de' Banchi colla fontana iscritta «Italia liberata», e colà la zecca ove si battono i giulj. Dell'antica ricchezza di fontane a Roma non restando che l'Acqua Vergine, egli ne conduce un'altra al giardino del Vaticano, e su quel colle mette le fondamenta della più vasta chiesa del mondo, abbattendo l'antica basilica piena di sacre memorie315 per eriger la nuova con inarrivabile magnificenza. Michelangelo presume a centomila scudi il valore della sua tomba, «Te ne darò dugentomila» dic'egli, e la vuole la più insigne opera del mondo; rifabbrica e munisce Civitavecchia ed Ostia, il castello ornandone con nobili pitture, come l'altro di Grottaferrata. Insomma, Carlo Fea potè sostenere che da lui più che da Leone X dovesse intitolarsi quel secolo.
| |
Italia Gregorio VII Sassonia Canossa Giulio Guicciardini Budeo Erasmo Hutten Santi Apostoli San Pietro Vincoli Museo Giulia Banchi Roma Acqua Vergine Vaticano Civitavecchia Ostia Grottaferrata Carlo Fea Leone X Italia Michelangelo
|