Quanto all'ecclesiastico, non fece cardinali di case ricche, e pubblicò una famosa costituzione contro le elezioni simoniache. Nel conclave anch'egli avea preso impegno d'unire un concilio fra due anni, ma poichè altre occupazioni il distraevano, i cardinali Borgia, Carvajal e Briçonnet, stuzzicarono il re di Francia a raccoglierlo. Strano scambio di parti si offerse allora: il capo della Chiesa combattere colle armi mondane; il re di Francia torcer contro di lui le armi spirituali. Convocati a Orleans poi a Tours (1510) i prelati del suo regno, Luigi XII posò loro delle domande, a cui risposero che il papa non avea diritto di fare guerra a principi stranieri; che questi, per riparare un'ingiusta aggressione, poteano anche invadere per qualche tempo le terre della Chiesa, e ricusare obbedienza al papa nemico, per difendere i loro diritti temporali; che negli affari ecclesiastici bastava attenersi al vecchio gius canonico, e non fare caso delle censure pontifizie (settembre 1511).
Accordatisi anche con Massimiliano, imperatore eletto di Germania, i cardinali indissero un concilio a Pisa, come necessario a reprimere questo papa sfrenato, contro le cui censure protestavano anticipatamente. Si pensi in quali furie ne montò Giulio II! e manifestò al mondo che solo le contingenze politiche aveanlo impedito dal convocare il sinodo, ma l'aprirebbe a Roma il 1 aprile 1512. I prelati di Francia s'accorgeano d'essere meri stromenti alla politica ed animosità del re; pure, sempre ligi al potere, il secondavano, ma trovaronsi quasi soli allorchè a Pisa fu aperto il concilio ai 5 novembre, protestando non separarsi finchè non fosse compiuta la riforma della Chiesa nel capo e nelle membra, e ristabilita la pace in Europa.
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