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      I sacerdoti in servizio non s'adoprino a ministeri abjetti. A quei che vengono a sollecitare impieghi non badino, bensì a quei che chiedono giustizia; sempre disposti a sostenere la causa del povero e dell'orfano. Hanno parenti bisognosi? È giusto soccorrerli, ma non a spese della Chiesa. I vescovi facciano eseguire gli ordini del concilio, e almeno ogni tre anni tengano sinodi diocesani per decidere de' casi di coscienza e delle controversie. Risiedano nella loro diocesi, o se ne affidarono l'amministrazione a persone probe, la visitino almeno ogni anno per riconoscerne i bisogni e sindacare i costumi del clero. Morendo non dimentichino che la Chiesa da essi amministrata ha diritto alla loro riconoscenza: e vogliano modesti funerali, giacchè il bene che lasciano appartiene ai poveri321.
      Fra altri punti vi si trattò di uno, tanto nuovo quanto importante, la stampa; la forza più potente e lo stromento più formidabile, dopo la parola, che Dio ponesse a disposizione dell'uomo. I papi ne aveano favorito la diffusione, come dicemmo, e Alessandro VI (Inter multiplices) riconosceva «sommamente utile che quanto concerne le sane cognizioni e la sana morale sia messo in luce mediante caratteri e lettere che fissano la verità in modo da porla sotto gli occhi degli uomini più lontani nel tempo e nello spazio». Ma presto e letterati e principi si accorsero che, quanta edificazione, tanto pericolo potea venirne alla fede, al costume, all'onoratezza. Pertanto il concilio decretò: «La stampa, per favore divino perfezionatasi ai nostri giorni, è opportunissima a esercitare gl'intelletti, e formare eruditi, de' quali godiamo che abbondi la Chiesa.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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