Oltre che questi artisti erano solenne protesta contro la riforma iconoclasta de' Tedeschi, ci provano che non mancavano nè studj serj, nè sentimento religioso. Di Leon X vedemmo le cure date al concilio e alla riforma della Chiesa: s'applicò a spegnere gli avanzi degli Ussiti in Boemia; propagava il cristianesimo fra gli ancor barbari Moscoviti; cercava revocare dallo scisma i Maroniti e gli Abissini; fondava nuove chiese in America; il lungo e indecoroso litigio sui Monti di Pietà, se fossero usura od opere di misericordia, terminò dichiarando non vedervi nulla d'illecito od usurario; introdusse la commovente liturgia della settimana santa nel palazzo pontifizio. Con limpida integrità conferiva i benefizj, raccomandando a' suoi favoriti non lo inducessero a concedere grazie di cui dovesse pentire e vergognare, e piuttosto ai supplicanti soddisfaceva colla propria borsa. Sobrio sempre fra tante squisitezze, fra poeti e naturalisti che celebravano, e cuochi che raffinavano le leccornie della sua mensa, astenevasi da carni il mercordì, al venerdì mangiava solo legumi e verdura, al sabato lasciava la cena, sempre beveva solo acqua. Ce lo attesta il Giovio, che nel lodarlo ne infamò i costumi333, mentre Lutero, suo gran denigratore, non trovava da appuntarli.
Quando si crede vivamente, confondesi la pietà coll'entusiasmo del bello; ma più non si era a quelle credenze ingenue, e Leone, abbagliato dallo splendore del bello, credette che l'immaginazione e il cuore abbiano tanta parte nell'intelligenza umana quanto la ragione: pensò forse quel che altri sostennero, che la poesia e l'arte in teodicea valgano più che la filosofia; colle dignità ecclesiastiche retribuiva non insigne zelo ed esemplare bontà, ma spesso l'ingegno, comunque applicato.
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