E sempre egli mostrasi furibondo contro i papi, perchè difesero l'indipendenza italiana dagli Enrichi, dai Federichi, dai Carli.
Attaccò lite con Erasmo da Rotterdam, che rispose Spongia Erasmi adversus aspergines Hutteni: fece una Oratio ad Christum pro Julio II ligure pontifice; scrisse pure gli Apophtegmata Vadisci et Pasquilli de depravato ecclesiæ statu; ripubblicò il trattato del Valla contro la donazione di Costantino, e più tardi la bolla di Leone X contro Lutero con glosse interlineari e marginali mettendola in ridicolo, e fu detto il Demostene tedesco per le sue filippiche contro il papa. Più si divulgarono le sue Epistolæ obscurorum virorum, ove imprestava il linguaggio dell'ignoranza e i sofismi della malizia ai monaci con tant'arte, che molti non s'accorsero fosse ironia.
Nel Vadiscus si riuniscono le tre opposizioni della letteratura, della politica, della religione, esaminando come Roma usi di questo triplo potere intellettuale, politico, religioso. Impedisce di stampar Tacito; occupa Roma, capitale dell'impero, e non soffre che l'imperatore sia re di Napoli: ha prelazioni e nomine, riserve di casi papali, indulgenze, Concilj; pure non vivit sine capite corpus, neque auferre caput necesse est: tantum inde resecare quæ vitiosa sunt. È la terra italica, l'aria romana che viziò la fede dell'unità cattolica, e in conseguenza la Chiesa. I Romani non si occupano che di passeggiare, palleggiare, amoreggiare: se pensano è per fraudare, mentire, spergiurare: i ricchi vivono del sudore de' poveri, di usura, di spogliare i Cristiani: i poveri vivono d'erba, d'aglio e cipolle.
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