Ma egli se ne indigna, ed esclama: «Spezziamo i nostri ceppi, gettiamo via il costoro giogo», e la parola collerica, formulata in bei versi, tuona nella Germania, che risponde: «Spezziamo i ferri, sottraiamo il collo all'Italia, degenere, avvilita»346 e gloriandosi di tale guerra, egli adotta per motto Lo osai (Jch hab's gewagt).
Di maggiore attenzione vuolsi onorare Erasmo di Rotterdam (1467-1536). Talento universale; non devoto ad alcuna teorica filosofica, pure di spirito filosofico, a questo accoppiava lo spirito comico, che adoprò a osteggiare di tutta forza la scolastica, ancora dominante in Germania, in contraddizione dell'altro insigne filologo Reuclin347 volendo fondare una teologia ampia e illuminata. Coll'edizione de' Padri e della Bibbia e coi commenti a questa diede impulso all'interpretazione razionale delle sante scritture secondo il senso letterale; e se, per fare onta ai teologanti, dava importanza alla erudizione, questa diresse a intento pratico con libera indagine.
Più solita lode gli si dà di buon umanista. Talmente invaghito de' classici, che non avrebbe voluto altro parlare che il latino e il greco, trovando barbari tutti gli altri linguaggi; in Italia si astenne dall'imparare nemmanco le frasi più famigliari, tanto che ne corse pericolo della vita; disapprovava che ai fanciulli s'insegnasse il francese, idioma barbaro e strano, che scrive diverso da quel che pronunzia; rinunciò una cura in Inghilterra per non parlare inglese; neppure mai capì la favella di Basilea, dove fece sì lunga dimora.
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