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      E quando uno degli interlocutori domanda all'altro se non s'accôrse che taluni ridessero a quelle scene, risponde, s'accôrse, ma supponeva fossero «di quegli eretici, di cui oggi formicola il mondo»357. Nel Pellegrinaggio volta in canzone le visite ai santuarj non solo, ma il culto de' santi e di Maria. Nei Funerali atteggia le esequie di un soldato, arricchito con mezzi illeciti, che in punto di morte chiama i cinque Ordini mendicanti e il curato, i quali s'abbaruffano finchè rimangano soli due Ordini, dai quali il morto viene sepolto solennissimamente, dopo avere obbligato la moglie e i figliuoli a fare i voti, e dividere l'immenso retaggio tra Francescani e Domenicani. Nell'Ictiofagia un penitente non vuole gustare carne nè ova, sebbene gliene prescriva il medico, e intanto non si fa scrupolo di eludere un creditore con falso giuramento. Nell'Inquisizione giunge fino ad asserire che pel cristiano basta il credere al simbolo apostolico, al quale molti non credono a Roma; e a chi abbia questa fede, la scomunica non reca pregiudizio, quand'anche mangiasse diverse carni al venerdì. Nel Naufragio, mentre sulla nave tempestata tutti urlano di terrore, e si votano a quanti han santi le litanie, un solo non prega che Dio, non attende salute che da Dio. E negli Adagia e nel Ciceroniano e nella Bibbia greca non v'è male che non dica contro i monaci, come rappresentanti l'ignoranza, la ghiottornia, il libertinaggio; ed empì la letteratura e il mondo di aneddoti bizzarri contro queste degenerate società, i quali accolti senza disamina, ne crebbero lo scredito, e li posero senz'armi e senza fiducia di fronte ai prossimi attacchi.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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