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      Adriano VI gli offrì un decanato: Clemente VII gli fece altre esibizioni e il dono di ducento fiorini: Paolo III pensò elevarlo cardinale364; e ben lo meritava egli se si badasse non al suo pensare e scrivere, bensì all'esser egli promotore benemerito del gusto classico e degli studj umanistici, benchè al severo gusto de' nostri il suo latino paresse di lega men pura365.
      Il pio e dotto vescovo Sadoleto fin dal 1524 gli scriveva ringraziandolo di avere scritto lettere piene di pietà e d'osservanza verso un papa veramente sommo ed ottimo, la cui liberalità verso di lui sarebbe ancor più grande se non si trovasse alle strette di tempi difficilissimi e fra ingenti spese, ma cercherà luogo d'onorarlo e ingrandirlo. Si congratula de' libri suoi, pei quali vivrà presso i posteri. E poichè scriveva che lui già sul declino (jam deficientem) Dio solo potea beare, ravvisava in ciò la pietà sua, ma non potea credere in calo l'uomo, di cui i secoli celebrerebbero la memoria; frutto che non è da sprezzare, sebben inferiore ai premj celesti366. Più tardi, lodandolo, l'esortava a cessar dalle contese, e ommettere le cose che, sebbene non aliene dalla vera pietà, contraddicono però alle inveterate opinioni popolari. Entrambi piuttosto (soggiungeva) per quanto valiamo, ajutiam virilmente l'afflitta fede cristiana367. E altrove torna pregarlo a desistere dalle contumelie, ed ammonire con affetto paterno, nè opporsi a certi popolari culti d'immagini e di santi, che vengono da pietà, benchè sia meglio fissar il pensiero in Cristo solo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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