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      I senatori, dubitandone, vollero vedere la carta dell'autoritą del cavaliere, e la trovarono minore di quella che annunziava; onde gli proibirono di passar pił avanti, ne scrissero al papa, e comminarono pene a simil gentaccia. Qual v'ha mai cosa santa, di cui l'avarizia non abusi?
      Han levato gran rumore d'un libro intitolato Tasse della cancelleria romana, che nella sua crudezza sa di stranamente empio. Vi si dice: «Per l'assoluzione di chi abusa d'una fanciulla, sei carlini; per l'assoluzione d'un prete concubinario, sette carlini; d'un laico, otto. Per l'assoluzione a chi ammazza il padre, la madre, il fratello, la sorella, o altro parente ma laico, cinque carlini; d'un laico che uccise un abate o altro ecclesiastico inferiore al vescovo sette o otto o nove carlini; d'un marito che battč la moglie in modo che abortisse, otto carlini; di padre o madre o parente che abbia soffocato un fanciullo, quattro tornesi, un ducato, otto carlini. L'assoluzione per atto d'impuritą qualunque commesso da un chierico, con dispensa di potere prendere gli Ordini e tenere benefizj, trentasei tornesi; per mangiare latticinj ne' tempi proibiti, sei tornesi». Fu stampato nel 1471 a Roma; vero č che non ha nessuna autorizzazione della Chiesa, ma moltissime volte fu riprodotto colą, e a Parigi, Venezia, Colonia, senza che scandolezzasse, finchč i principi protestanti l'inserirono nei Centum gravamina, e Antonio du Ginet lo riprodusse a Lione nel 1564 col titolo Taxe des parties casuelles de la boutique du pape, etc.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantł
Utet
1865 pagine 608

   





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