Messosi all'opera, fece distruggere cappelle e monumenti, preziosi per antichità e per sante tradizioni, con grave dolore di chi venera le memorie383: e stabilì (1509) che tutti i legati pii, lasciati a luoghi incapaci d'accettarli, o che non si soddisfacessero dagli eredi, venissero applicati alla fabbrica di San Pietro; istituendo a tal fine un tribunale, che li riscotesse in tutto l'orbe cattolico384.
Leone X, volendo compiere quel che il predecessore avea cominciato, pensò farvi contribuire tutta la cristianità, e concedette ampie indulgenze a chi offrisse denaro per quell'edifizio.
Il medioevo non avrebbe trovato a ridirvi; ma le nazioni già prendeano il volo fuori del nido in cui aveano messe le penne; i principi, bisognosi di denaro, chiedeano partecipare a questo speciale genere d'entrata, e voleano trafficare le indulgenze come trafficavano i voti per la corona imperiale.
L'incarico di predicare queste indulgenze era officio lucroso, come quel di ogni esattore. E poichè Alberto, arcivescovo di Magonza, dovea render al papa quarantacinquemila talleri e non n'avea modo, Leon X conferì ad esso il diritto di distribuire le indulgenze in Germania385; ed esso l'appaltò ai Fugger, banchieri famosi di Augusta. Giovanni Arcimboldo, diacono d'Arcisate, poi arcivescovo di Milano, che prima n'avea avuto l'incarico, riservossi la Danimarca e la Svezia, e in pochi anni raccolse abbondanti limosine, che l'infedeltà d'alcuni agenti mandò a male, pur la reputazione di esso uscendone intatta.
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