Anime rette credettero in Lutero ravvisare l'uomo suscitato da Dio, non per demolire il dogma, ma per correggere le aberrazioni. Quei che s'ammantano col nome di moderati, deploravano quella scissura, ma credeano meglio non opporvisi per non esacerbare, per non impedire la riconciliazione, per non compromettersi: morrebbe di morte naturale, come tant'altre, nate negli ozj ringhiosi de' conventi. Tale la considerò dapprincipio Leone X: allettato da quelle arguzie, diceva: «Frà Martino ha bellissimo ingegno, e coteste le sono invidie fratesche»: poi messo in collera da insulti anche personali, scappava a dire: «Gli è un tedesco ubriaco, e bisogna lasciargli digerire il vino»387. Dopo nove mesi, per ribattere il novatore colla penna fu scelto Silvestro Mazzolini, da Priero presso Mondovì, maestro del sacro palazzo388.
Facile trovare nel costui dialogo futilità e cattivo gusto389; e lo beffò Erasmo, sempre in caccia di corbellerie de' frati; ma è ben lontano dall'esser l'ignorante che i Riformati vogliono dipingerlo.
Lutero risponde (1518); quegli replica De juridica et irrefragabili veritate ecclesiæ, romanique pontificis; dove stabilisce che la Chiesa è un regno, e regno monarchico; e il papa superiore al Concilio, di cui parla con disprezzo: ma perchè, abbagliato dalla grandezza papale, trovava insoffribile ogni resistenza, ogni esame, e trascendea nelle confutazioni, venne consigliato a tacere, pur costituendolo vescovo e giudice di Lutero. E Lutero rispondeva: «Non abbiam noi corde e spade e fuoco per castigare i ladri, gli assassini, gli eretici?
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