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      Come si disse che Dio è l'unico autore della nostra santificazione, così, abolendo ancora ogni intervento della Chiesa fra il credente e la sacra scrittura, si disse che questa è unica sorgente, unica regola e giudice della fede. Nè l'intelligenza del santo libro è studio solo di filologia e storia, ma ispirazione divina; giacchè lo spirito pone la verità ne' nostri cuori. Confondeasi così il lettore della Bibbia colla Bibbia stessa, quasi non sia diverso il leggere uno scritto infallibile, ed essere infallibile nell'interpretarlo. Con ciò Lutero rendeva superfluo un magistero per l'istruzione cristiana e per conservare la tradizione. La Chiesa non è infallibile, e può discordare dalla parola divina. Questa vuole essere interpretata dai singoli con sincerità e invocando lo Spirito Santo; solo in quella vuolsi avere fede, non badando a Padri o ai Concilj, ma al testo qual è da ciascuno interpretato.
      Con questo criterio, Lutero vi leggeva, che Iddio è unico autore del bene come del male; che i sacramenti dispongono alla salute, ma non la conferiscono; che nella santa cena è presente Cristo, ma non transustanziato; che il ministro è un uomo in nulla diverso dagli altri, e in conseguenza non può assolvere i fratelli, nè deve distinguersene per voti e rigori; che la giurisdizione religiosa spetta intera ai vescovi, eguali tra loro sotto Cristo, che n'è il capo, e scelti dai principi. Nei due Testamenti, e nei quattro primi Concilj non si parla di purgatorio, d'indulgenze, di voti monastici, d'invocazione de' santi, di suffragi: dunque non si devono accettare.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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