Pure non mancava chi la Bibbia commentasse. Pantaleone Giustiniani, che fu frate Agostino da Genova, poi vescovo di Nebbio in Corsica, e intervenne al Concilio lateranese, e sapea greco, ebraico, arabo, caldeo, e fu adoprato da Francesco I a stabilire nell'università di Parigi l'insegnamento delle lingue orientali, deliberato a pubblicare la Bibbia in latino, greco, ebraico, arabo e caldeo, cominciò dal Salterio, dedicato a Leone X il 1516, in otto colonne, una col testo ebraico, le altre con sei interpretazioni e colle note; ma di duemila esemplari in carta e cinquanta in pergamena, appena un quarto trovò compratori; il resto naufragò con lui. L'università di Alcala in Spagna, fondata dal cardinale Ximenes, pubblicò la prima Bibbia poliglotta, dedicata a Leone X. Sante Pagnini lucchese, autore del Thesaurus linguæ sanctæ, opera mirabile per tempi sì scarsi di mezzi, e che neppure oggi troverebbe chi osasse rifarla, compì una nuova traduzione latina della Bibbia; Leone X ne pagò la stampa, che, morto lui, fu pubblicata a Lione nel 1527. Il padre Spirito Rotier, inquisitore a Tolosa, passava da Lione nell'agosto 1541, e sentendo sonare a morto tutte le compane, e vedendo trecento uomini abbrunati accompagnare una bara fra tutto il popolo accorso, domandò chi fosse morto, e gli fu detto, Sante Pagnini, un buon domenicano da Lucca, di settantun anno, la cui voce e l'esempio avea tenuto lontane le innovazioni luterane; che aveva istituito un ricovero pei facchini, e indotto la città a fondare una leproseria, massime coi doni dei ricchi mercanti fiorentini, e ogni giorno facea questue a favore de' poveri402. La sua Bibbia, lodatissima da Huet e Touron, è criticata acerbamente da Richard Simon; ma qui non è quistione del merito, bensì403 del fatto.
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