I migliori codici della versione dei LXX gli abbiam in Italia, e valga per tutti il vaticano405. Nel secolo XV si fecero tre edizioni del Salterio greco: a Milano nel 1481, a Venezia nel 1486; poi da Aldo nel 1497 e 98. In Italia è la maggior raccolta di codici biblici, e la sola di Bernardo De-Rossi a Parma ne possiede settecendodici del testo ebraico: cioè più che non ne siano in tutto il resto del mondo. Meglio di cento edizioni della Vulgata si fecero in Italia. A Fano si stampò nel 1514 una raccolta di preghiere in arabo, nella stamperia fondata da Giulio II406. Il suddetto Pagnini cominciò a Venezia l'edizione originale del Corano407. Nel 1513 erasi pubblicato a Roma il Salterio in etiope; poi nel 48 il Nuovo Testamento per cura di Mariano Vittorio di Rieti, che quattro anni più tardi diede la prima grammatica abissina408; Teseo Ambrogio dei conti d'Albonese insegnò a Bologna le lingue caldaica, siriaca, armena, delle quali e di dieci altre diede un'introduzione (Pavia, 1539) coi caratteri di quaranta alfabeti.
Risorta la filologia, la critica, addestrata sopra autori profani, volgeasi ai testi sacri; e nella baldanza d'un nuovo acquisto, ciascuno volea cercarvi interpretazioni a suo senno. L'illustre tedesco Reuclin fece molte emende alla Vulgata; e se le menti anguste ne riceveano scandalo, Roma lo difese, tollerante fin dove non ne pericolasse l'unità della fede. Dicemmo come la traduzione di Erasmo fosse da Leone X francheggiata contro i censori. È dunque ciancia che soltanto dopo Lutero venisse divulgata la Bibbia; anzi son tanti i lavori d'esegesi sacra a quel tempo, che il protestante Mac Crie ammira la Provvidenza, la quale faceva dai Cattolici stessi affilare le armi che doveano trafiggerli.
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