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      Quanto ai particolari, non è della natura umana che le discussioni portino ad una conciliazione; anzi approfondano la fossa che divide due opinioni. La rivoluzione d'allora differisce, è vero, dalla odierna, perchè, se la beffa e lo scetticismo del secolo xviii che traeva a negar tutto, non poteano produr che calcolo, naturalismo, deismo, allora si usciva ancor religiosi, serbavasi gran parte del cristianesimo, per quanto si scemasse il timor di Dio, a misura che cresceva il timore dei governi. Ma i dissidenti sformavano a loro talento le dottrine che ci attribuivano; i nostri o esageravano le vere o difendeano imprudentemente anche errori, abusi, pretensioni curiali, e battagliavano del pari per la rivelazione infallibile come per opinamenti di scuola o d'alcuni dottori; entratovi il puntiglio, non voleasi confessare d'aver operato per bizza e spirito di contraddizione, senza seriamente riflettere alle conseguenze; pretendeansi dai Cattolici concessioni, ch'essi ricusavano, talora perchè sentivansi saldi nella verità, tal altra perchè aveanle negate dapprima.
      È però più consueto spacciare che i papi sbagliarono nella condotta, che si ostinarono a torto, a torto esitarono; che non ebbero buoni campioni. Facile è il rimproverare dopo l'esito; facile e vulgare.
      Entrante il luglio 1528, taluno da Parigi scriveva a Roma come avesse destato colà meraviglia «una Bolla, per la quale a giudici nella causa della fede si deputano tali, che Lutero non gli avrebbe saputo domandare più al suo proposito e favorevoli a' suoi seguaci». Non so che nuovo modo (seguiva) sia cotesto di commettere la causa della fede a giudici secolari e maritati, ed ignari della materia, escludendo tutti li teologi d'una Università, qual è la parigina, in cui sono più di cento maestri presenti, che hanno sempre pugnato accerrimi contro gli eretici per mantenere l'integrità della fede e l'obbedienza alla sede apostolica; che rimarrebbero nel loro dovere se anche tutti i Cristiani si voltassero a predicare le cose luterane: e se non fosse stato lo zelo e studio dei giudici precedenti, sarebbe talmente infetto questo regno dalla eresia luterana, che ne avreste visto il frutto molto tempo fa.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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