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      Mi è stato risposto che certo non è cosa fatta ora, ma comedia d'altri tempi, della quale, per non aver altro, si servirono... Veda mo V. S. come va il secolo!»
      Di troppo egli lusingavasi allorchè da Roma scriveva al Salviati434:
      «Par pur che la Germania sia stanca de la tanta varietà di queste eresie. E se non fosse la aversione che acceca molti principi e private persone, così cattolici come eretici, che tengono li beni altrui, e præsertim della povera Chiesa, mi par che non saria molto difficile cosa mettervi qualche ordine con la assistenza de' detti principi ed altri divoratori delli beni ecclesiastici, che pochi vi sono ora in questa Germania netti da questa macchia».
      Esso cardinale Aleandro alla dieta di Germania chiariva quanto si esagerasse intorno alle ricchezze, che dalla spedizione delle bolle, dalle annate, dall'altre grazie affluivano a Roma. Basterebbero appena a mantenere un principe mediocre; e il papa, che pure spende meno d'alcuni non grandissimi principi, v'adopera quel che gli è dato dai proprj dominj. E quel mediocre ricavo gli viene da tutti i regni cattolici: tant'è poco quel che i singoli contribuiscono. - Una volta non aveano neppure questo. - Oh sì: ma ritornate gli uomini a pascersi di ghiande, i principi a stare senza anticamere nè guardie o corte; le figliuole dei re a rasciuttare i panni, come una volta leggiamo si facesse. Siccome ne' corpi umani si mutano le complessioni e i bisogni secondo l'età, così accade de' corpi politici. Posto che, per l'unità e la maestà, vi debba essere un capo supremo della Chiesa, per non dare diffidenza ad alcuno è necessario non abiti nello Stato d'altri, ma nel proprio, con Corte e ministri proprj.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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