Or chi gliene somministrerà i mezzi? Ogni terra ne dà al suo piovano, ogni diocesi al suo vescovo, ogni popolo al suo signore. Nè si considera aggravio che da un paese vada in altro il denaro, se con questo si procura la merce più di tutte preziosa, cioè la legge e la conservazione della giustizia. Direte che sta bene nutrir la reggia del cristianesimo per la necessità, ma non per le pompe. Se intendete le pompe per la struttura e gli addobbi de' tempj, questi certo mancavano alla Chiesa primitiva, ma per malignità del secolo. Del resto e Dio nell'antichità e i Gentili vollero i tempj ornati, affinchè i popoli se ne invaghiscano, confortando la ragione coi sensi, la devozione col diletto. E anche voi, o principi, volete pompa di corte, e il popolo vuol teatri. Quanto alle pompe private, a Roma si commenda la vita povera, si venerano gl'istitutori della mendicità volontaria, ma tal perfezione può desiderarsi più che sperarsi. Ma se vogliamo che la reggia spirituale del cristianesimo, sia frequentata da persone d'ingegno, di nobiltà, di lettere, le quali abbandonino le patrie per sottoporsi al celibato o ad altri scomodi della vita ecclesiastica, bisogna possano sperare onori e stipendj. Perocchè Roma non è Corte di Romani natii, bensì d'ecclesiastici congregativi per elezione da varj paesi del cristianesimo. I giudici de' tribunali, i magistrati, i governatori, i nunzj sono scelti da tutti i paesi, sicchè a tutti sono comuni gli onori, le ricchezze, i vantaggi della Corte pontifizia».
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