Nel Vangelo, Cristo dice all'adultera: «Va in pace e non peccar più»; dice al giovane: «Se vuoi conseguire la vita eterna, osserva i miei precetti»; Cristo accettò l'amore e il pentimento della Maddalena; accettò la buona volontà dell'operajo che arrivò all'ultima ora. Sempre insomma si vede che, nell'effettuare la giustificazione del peccatore, la volontà dell'uomo coopera alla Grazia, e ne conseguita una nuova vita, giusta l'osservanza della legge divina, e il produrre opere meritorie. Che se Paolo, nella lettera ai Romani, insiste che l'uomo viene giustificato non per le opere della legge, ma per la fede, intende degli Ebrei, i quali, per repudiare la necessità d'un redentore, asserivano che, mediante la legge e le opere da questa prescritte, uno possa colle sole forze umane divenire giusto e accetto a Dio. Contro di essi pertanto scrive che l'uomo viene giustificato non dalle opere della legge mosaica, ma dalla fede, cioè dalla credenza in Cristo. In niun luogo però dice che la sola fede giustifichi senza le opere436: bensì valere in Cristo quella fede che opera per la carità437.
Da ciò i Cattolici dedussero che della giustificazione (la quale è inerente all'anima, la tramuta, e porta il rinnovamento dell'uomo interiore) sono costitutivi necessarj la fede e le opere, e che si può perderla con nuovi peccati. I Protestanti all'incontro insegnano che essa non è se non la giustizia di Cristo, applicata a noi in modo, che le colpe, pur durando nell'anima, non ci possono essere imputate: ad ottenerla basta si creda che, pei meriti di Cristo, ci sono rimessi i peccati; non vi si richiedono opere buone, conciliabili con sentimenti cattivi, e non si può perderla più.
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