Da entrambe le parti i disputanti fondavansi su quel passo di san Paolo ed altri consimili; neppure tutti i Padri del Concilio tridentino caddero d'accordo sulla differenza tra la fede che giustifica, e le opere che non giustificano ma sono effetti della giustizia; e solo vi fu proferito che «la fede è il principio della umana salute, il fondamento e la radice della giustificazione, nè senza di essa è possibile piacere a Dio, ed entrare nel consorzio de' suoi figliuoli»438. E spiegossi poi che, non la legge de' Giudei nè le opere dei Pagani han valore, bensì la fede, che opera per la carità, che è informata dall'amore; giacchè senza le opere la fede è morta439.
Lutero prorompeva: «Quando questi pazzi sofisti insegnano che la fede dee ricevere dalla carità il suo modo, la sua forma, delirano mostruosamente: la fede giustificante è la fiducia d'essere rientrati nella grazia di Dio, e aver ottenuto il perdono de' peccati pei meriti del Salvatore». E Melantone definisce più preciso: «La fede è un'assoluta confidenza nella divina misericordia, senza riguardo alle nostre azioni buone o malvagie».
Dunque l'uomo non può perdere la salute per qualsiasi peccato, e nemmeno volendolo, purchè non gli venga meno la fede nelle promesse di Dio440.
Alla negazione della vera dottrina intorno alla giustificazione tenne dappresso quella del Sagrifizio; e come per la prima i Protestanti misuravano della lettera di Paolo ai Romani, così per la seconda appoggiaronsi alla lettera di lui intitolata agli Ebrei.
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