Ma già allora gli Anabattisti gl'impugnarono; gli Unitarj, che vedremo prevalenti in Italia, escludeano la Trinità; insomma si ripudiava il cristianesimo, riducendosi a negazione sistematica dei dogmi della Chiesa.
Alcuni Protestanti si vergognavano di tanti disaccordi, e voleano negarli o attenuarli; altri invece faceansi belli delle variazioni461, e diceano: «Noi non abbiamo unità di credenze: ma questo è vanto; perocchè la ragione individuale esercita così il proprio uffizio, e procediamo a seconda dei tempi. Le continue variazioni sono naturali al nostro principio: avvegnachè, mentre i Cattolici si ancorano nell'autorità, noi ci atteniamo al giudizio de' singoli, al che ripugna la dogmatica immobilità.
Le moltitudini però non erano venute alla Riforma per argomentazioni teologiche, bensì alcuni per ismania di libertà, altri per bisogno di coscienza e pietà; sicchè adottavano, senza troppo analizzarli, i simboli e le confessioni, in cui i novatori formularono le loro dottrine. E furono due principali; la Confessione Augustana o de' Protestanti, a cui aderì la Germania; la Confessione Elvetica o degli Evangelici, nella quale si confusero gli Zuingliani. Al 1550 le credenze già eransi costituite decisamente ostili, e ciò ch'è notevole, nei limiti geografici che press'a poco conservarono, restando la principale divisione de' riformati in Luterani e Calvinisti: i primi che accettano il senso letterale delle parole della Cena, gli altri il figurato.
Fuvvi un nostro pittore che formò un quadro in tre piani.
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