Anche senza di ciò, come credere al testo sacro se questo non ci fosse trasmesso da un'autorità conservatrice, della cui infallibilità è garante Iddio? Ora quest'infallibilità del testo sacro, e la conservazione sua traverso ai tempi è ammessa anche dai Protestanti, come da noi l'infallibilità della Chiesa. Alla quale noi attribuiamo pure il diritto d'interpretare le sacre carte; e già san Pietro ne ammoniva: «Ponete mente che nessun pronunziato della Scrittura è di privata interpretazione»469: e delle epistole di Paolo diceva: «V'ha passi difficili, a intendersi che gl'ignoranti stravolgono, come le altre Scritture, per propria ruina»470. E san Paolo aggiungeva: «Fratelli state fermi, e tenete le tradizioni che imparaste sia per le parole, sia per le lettere nostre»471.
La Chiesa, spiegando le parole apostoliche dovette usarne di differenti. Anzi gli stessi evangelisti non hanno conservato l'identica forma della parola del Salvatore: e uno la riferì a un modo, l'altro all'altro. Viepiù bisognava farlo quando la Chiesa prendea di mira un dato errore, il quale aveva una propria terminologia e tesi proprie, che doveansi ribattere con antitesi convenienti. La dottrina sta invariabile: la forma differisce secondo il transitorio e l'umano.
L'accusa dunque di predicare la dottrina della Chiesa, anzichè quella di Cristo, quasi fra queste due soggetti v'avesse contrarietà, è assurda: giacchè, come il verbo s'è fatto uomo, e l'uomo e Dio in Cristo sono un solo figliuolo di Dio, così la parola divina s'è incorporata nella parola e nella società sensibile della Chiesa, venendo trasmessa e conservata per azione umana: non sono già due parole, ma la parola divina, umanamente promulgata.
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