Sotto alla gerarchia sta la democrazia, l'universalità de' fedeli, la plebs, tutti figli di Dio, fratelli di Cristo, senza distinzione di classi o di nazioni, godendo la fratellanza, l'eguaglianza, la libertà.
Hanno essi diritto nel governo ecclesiastico?
La Chiesa è d'origine soprannaturale, sicchè opinioni o volontà umane nulla valgono nello scopo suo, ch'è di effettuare e propagare il sacramento di Dio per Gesù Cristo. E Cristo, il cui regno non era come quelli del mondo, non la affidò a re o a popoli, ad assolutismo o a suffragio universale, bensì all'ispirazione dello Spirito Santo. La consacrazione ai pastori non è data dalla plebe: onde neppur la giurisdizione; nè la sua forma può andare mutandosi, come ne' governi umani. Però noi plebe de' Fedeli abbiamo diritto di essere ben governati, con carità e riverenza, rettamente ammaestrati, fatti partecipi de' sacramenti: la scienza ci dà diritto di rimostrare, come abbiam veduto fare i più gran santi; la giustizia deve aver le sue forme, i suoi gradi, i suoi appelli; se ne devono accettare le pene, e il potere coattivo interno ed esterno secondo i tempi. Tal è la costituzione ecclesiastica.
Siffatti press'a poco saranno stati gli argomenti addotti dai nostri contro i novatori, e già indicammo i primi combattenti. Per toccare qui solo de' nostri, il già lodato cardinale Contarini488 scrive con garbo e chiarezza, ma mostrasi filosofo arguto più che profondo teologo; tradusse gli Esercizj di sant'Ignazio, del quale era amico: poi fallitagli la concordia di Ratisbona, si restrinse a cercare la riforma morale dei vescovi di Germania.
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